Il Network Sanitario Emergenze Speciali di Busnago Soccorso ONLUS è sceso in campo Domenica 3 aprile 2016
Domenica 3 aprile 2016 Busnago Soccorso Onlus -partner di Europ Assistance– ha gestito il servizio di assistenza sanitaria ai maratoneti e agli staffettisti iscritti alla sedicesima edizione della SuisseGas Milano Marathon.
A tutela sanitaria degli atleti è scesa in campo un’equipe di oltre 140 specialisti, composta da medici anestesisti-rianimatori, cardiochirurghi, perfusionisti, infermieri di area critica, soccorritori e volontari esperti. Presenti su tutto il percorso 11 ambulanze in tre diverse configurazioni (da terapia intensiva, medicalizzata e da soccorso di base con DAE a bordo), 4 automediche di soccorso avanzato, 8 squadre appiedate, 2 Punti di Primo Intervento (PPI) da 2/4 posti letto e personale sanitario in posizioni strategiche sul percorso (ai Km. 17,30/36,00 e 27,70) ed un vero Ospedale da Campo su una superficie di oltre 400mq. in grado di erogare prestazioni ad alta specializzazione tra cui l’instaurazione precoce del supporto extracorporeo in caso di arresto cardiaco refrattario alle tradizionali manovre ACLS. L’Ospedale da Campo ospiterà l’equipe medica dell’Ospedale San Raffaele di Milano specializzata nelle tecniche di circolazione extracorporea.
Preziosa la collaborazione di Misericordia Arese Misericordia Inzago, Misericordia Milano, Misericordia Sant’Ambrogio, Croce d’Oro Milano, SOS Milano, SOS Lambrate AVPS di Vimercate nella messa a disposizione di Ambulanze e Squadre appiedate, tutte con Defibrillatore Semiautomatico e personale qualificato.
Anche quest’anno è stato proposto l’uso condiviso dell’hashtag #rescuelove da parte di Busnago Soccorso e le associazioni coinvolte. La pubblicazione online sui social networks di foto condivise ha permesso anche per questa edizione la creazione di un unico bacino fotografico comune relativo alla manifestazione, favorendo la diffusione della cultura di un corretto sistema di soccorso in occasione di eventi come Milano Marathon, nonché per consentire ai runners di apprezzare la complessità e l’efficienza dell’assistenza sanitaria.
Perché proporre l’Extracorporeal Life Support in un Posto Medico Avanzato?
L‘Extracorporeal Cardiac Life Support rappresenta una delle applicazioni dell’ormai sempre più diffusa metodica ECMO (Extracorporeal Membrane Oxygenation).
Grazie all’ECMO è possibile sostituire per lungo tempo (anche per decine di giorni), la funzione di cuore e polmoni, a seconda delle necessità cliniche. Per utilizzare l’ECMO con la finalità di mantenere una pressione sanguigna sufficiente a irrorare il cervello e gli altri organi del corpo, i sanitari incannulano una grossa arteria (solitamente l’arteria femorale) e la vena controlaterale.
Il sangue viene quindi pompato artificialmente e fatto passare attraverso una membrana a sua volta perfusa da ossigeno, con conseguente rimozione dell’anidride carbonica ed ossigenazione dello stesso. Grazie alla pressione realizzata dalla pompa, il sangue ossigenato raggiunge il cervello e gli altri organi, assicurando il corretto rifornimento di ossigeno e sostanze nutrienti.
Per quanto salvavita, la metodica non è tuttavia scevra da rischi ed importanti effetti collaterali. Non esistono però alla data attuale, linee guida elaborate da esperti nel settore che sostengano l’utilizzo routinario di questa tecnica in corso di arresto cardiocircolatorio, benché i risultati di alcuni importanti centri sembrino confermare l’efficacia del trattamento.
La morte del calciatore Piermario Morosini ha riportato prepotentemente alla ribalta il tema di una corretta rianimazione cardiopolmonare in contesti particolari, come ad esempio durante la pratica sportiva. Proprio in queste situazioni, infatti, molti sanitari hanno evidenziato come difficilmente gli atleti colpiti da arresto cardiaco stentino a rispondere positivamente alle tradizionali manovre rianimatorie.
Al di là del perché atleti giovani, sani e sottoposti ad accurati controlli medici vadano in contro a morte cardiaca improvvisa, va rilevata la particolare condizione che caratterizza l’atleta in arresto cardiocircolatorio dopo o durante intensa attività fisica: si tratta infatti di un organismo che ha dato fondo alle proprie riserve fino a pochi istanti prima dell’accidente, e che affronta la completa mancanza di ossigeno ad organi e tessuti senza più energia.
Questo sembrerebbe spiegare, si ripete, al di là della causa dell’arresto cardiaco, il perché tali pazienti rispondono in maniera insoddisfacente alle manovre rianimatorie tradizionali. La corretta applicazione delle manovre rianimatorie di base, note anche come Basic Life Support & Defibrillation (BLS-D), rappresentano il cardine fondamentale ed irrinunciabile per iniziare il trattamento dell’arresto cardiaco, seguite tempestivamente dall’esecuzione di manovre di supporto vitale avanzato meglio note come Advanced Life Support (ALS), svolte da personale medico ed infermieristico.
Nei casi più complessi e quando il trattamento standard fallisce, il precoce ricorso all’Extracorporeal Cardiac Life Support (ECLS) può rappresentare una ulteriore chance terapeutica. Sulla revisione delle letteratura e sulla base dell’esperienza ad oggi maturata da Busnago Soccorso Onlus nella gestione di grandi eventi, abbiamo deciso di coinvolgere l’Ospedale San Raffaele di Milano (coordinata dal Prof. Alberto Zangrillo e dal Prof. Federico Pappalardo) così da disporre di apparecchiature e personale necessari all’istituzione della terapia sul territorio.
Approfondimenti disponibili:
- Sito Milano City Marathon
- Sito Corricon.me
- Decalogo Medico Milano Marathon 2016
- Gestione Grandi Eventi
- ECMO Supporto Extracorporeo
- Milano Marathon 2015
- Milano Marathon 2014
- Milano Marathon 2013
- Milano City Marathon 2012
- Milano City Marathon 2011
- Milano City Marathon 2010
Videogallery:
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